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KANSAI YAMAMOTO (L'uomo delle stelle)

C'è un uomo che aspetta in cielo. Secondo me vorrebbe tornare sulla terra, ma pensa che potrebbe impressionarci.
È morto a 76 anni lo stilista Kansai Yamamoto, che tutti ricordiamo per gli abiti androgini di Ziggy Stardust, l'alter ego di David Bowie.

Kansai Yamamoto David Bowie

Yamamoto fu il primo giapponese a sfilare nel 1971 alla London Fashion Week.
Eppure lui aveva studiato ingegneria civile e lingue prima di seguire la sua passione per la moda negli atelier di Junko Koshino e Hisashi Hosono.
Le sue creazioni erano un omaggio ossessivo al teatro Kabuki e al concetto "Basara" che significa: stravaganza, eccesso.

Bowie e Kansai si sono incontrati nel 1973.
Lo stilista ricevette una telefonata da un amico che lo convinse a partire immediatamente per New York.

Questo amico doveva essere molto persuasivo, perché Kansai accettò a scatola chiusa. Dopo tredici ore di volo era al Radio City Music Hall. Quella sera David Bowie salì sul palco con uno dei suoi abiti.

"Mi sembrava di conoscerlo da sempre" disse dopo anni in un'intervista.

Kansai Yamamoto

Yamamoto era indossato dalle donne, ma declinato da Bowie.
La loro chimica è stata così forte che sono riusciti a superare i ruoli di genere.Insieme annullavano il concetto di maschile e femminile trasformando il rock in un'orgia di colori e forme geometriche.
Kimono transgender, ideogrammi e stampe di maschere giapponesi. Senza che ce ne accorgessimo, Kansai Yamamoto ha attraversato i decenni lasciando il segno ovunque.

Nel 2018 ha firmato la capsule Resort di Louis Vuitton, nel 2010 ha progettato il treno Skyliner che collega l'aeroporto di Narita a Tokyo, nel 2009 è stato protagonista di una retrospettiva al museo d'arte di Philadelphia.
Nel 1993 120.000 persone hanno assistito al suo Super Show allestito nella Piazza Rossa a Mosca, uno spettacolo che mescolava arti circensi, musica, folclore giapponese e danza.

Kansai è l'uomo delle stelle e incontrarlo per strada mi sarebbe bastato.

Foto di Ogasawara

Gtvb

Foto Cover: Masayoshi Sukita ©
Foto: Masayoshi Sukita© - Ogasawara ©