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L'APPUNTAMENTO CON KYOTO vol.1

Quanti giorni servono per visitare Kyoto?
Quali sono i templi da visitare?
È vero che la geisha puoi vederla solo al tramonto?
Ecco una storia di lunghe attese.
Buona lettura.

Oggi sono emozionatissimo, finalmente vedrò Kyoto, l’antica capitale del Giappone, la città della geisha, la patria dei templi…ok la smetto.
Mi sono svegliato alle 7:30, senza neanche puntare la sveglia sul cellulare, perché sono emozionatissimo, l’ho già detto vero? 😆
Ho appuntamento con Piera alle 8:15 nella hall dell’hotel, ahimè non posso bussare alla sua porta perché dorme al piano delle donne e i maschi non sono ammessi, pena la castrazione chimica sul posto. (Leggete pure QUI per rinfrescarvi la memoria)
Ieri sera prima di andare a letto le ho raccomandato di indossare scarpe comode, perché oggi voglio visitare un sacco di posti.
Per l’ansia non ho dormito un granchè, ma soprattutto per colpa di quelli della stanza accanto che “facevano andare di brutto", come dice mia cugina, nota per essere una un po’ sopra le righe.
Ero talmente immerso nell’amplesso che la sigaretta l’ho fumata io dopo il coito, sicuramente interrotto, ma dalle urla degli altri ospiti che gridavano “Adesso basta, sembrate animali”. Io ho capito solo “animals”, ma il senso doveva essere quello.
La mia stanza oltre ad avere le pareti di carta velina, puzza di carcassa di antilope. Ogni tanto vedi qualche scarafaggio camminare vicino alle scarpe, le lenzuola a seconda della luce diventano dal giallo paglierino a quello zafferano.
Credo che la setticemia sia compresa con il caffè, che puoi trovare di fianco alla reception insieme ai bicchieri di carta usati.
In quindici minuti sono riuscito a fare la combo ascelle – bidet – denti nella doccia al piano terra, bere quella specie di brodaglia nera, rilavarmi i denti e preparare lo zainetto per la gita a Kyoto.
Alle 8:10 sono già sull’attenti davanti all’ascensore come un vero capo Boyscout.
Non vedo l’ora di prendere il treno e incrociare lo sguardo di una geisha, vorrei anche comprare dei furoshiki da regalare alle mie zie, che sicuramente li useranno come strofinacci per la cucina, correre sul pavimento degli usignoli del castello, perdermi nella foresta di bambù, ok la smetto.
Alle 8:30 della Piera neanche l'ombra.
Sono andato a fumare una sigaretta per tranquillizzarmi. Lo so, è un brutto vizio e dovrei smettere, anzi faccio un fioretto, se la Piera scende entro i prossimi cinque minuti butto via tutto il pacchetto.
Il tipo alla reception mi continua a guardare inebetito, non capisco cosa stia facendo. A volte chiude gli occhi, a volte guarda per terra.
Fuori ci sono gli operatori ecologici che litigano con i clochard, perché continuano a perdere bottiglie vuote dalle loro borse. È una scena surreale.
E diciamo che la vista non è delle migliori.

Giappone
Com’è che si riuniscono tutti qui i senza tetto? (Se vi va rileggete QUI)
Devo fare un’opera buona, per ripulirmi il karma perchè sono già cinque minuti che penso cose cattive sulla mia amica.
Così ho comprato due lattine di caffè caldo e una l’ho consegnata al vagabondo che bighellonava vicino all'hotel. Mi ha fatto il gesto del “kanpai”.
Come sono carino e gentile, mi lodo e m’imbrodo da solo. Diciamo che mi sbrodolo. Ecco ho macchiato la maglietta, non posso certo presentarmi padellato alla corte di Kyoto.
Sono le 8:55, la Piera non è ancora scesa, forse faccio in tempo a cambiarmi.
Ore 9:20 ormai il treno l’abbiamo perso, ma ne parte un altro alle 9:30, me l’ha detto il tipo alla reception che nel frattempo si è svegliato e mi ha urlato “Guddo moriningo”.
Avevo promesso di smettere di fumare, ma non ce la faccio. Ho perso mezz’ora della mia vita ad interpretare la lite tra il mio amico clochard e lo spazzino.

Scena 1: Clochard sdraiato sorseggia il caffè che gli ho regalato, ride e guarda l’operatore ecologico spazzare per terra.
Scena 2: Clochard sdraiato lancia la lattina che gli ho regalato.
Scena 3: Spazzino raccoglie la lattina e urla al clochard. Poi tutti e due si girano a guardarmi.
Scena 4: Il motivo della loro lite sono io. L’ho percepito.
Scena 5: Rientro in hotel con un piccolo senso di colpa.

Sono le 10:05, ormai sono in ostaggio dell’uomo della reception, che simpaticamente chiameremo Spock, visto le sua somiglianza straordinaria con il marziano della serie Star Trek.

viaggio in Giappone

“Uerioform?”
“Italy”
“Itariiiiiii”
“Senti Spock, ho un problema, la mia amica Piera non si è ancora svegliata, temo per la sua vita. Non è che posso entrare nel piano delle donne e bussare alla sua porta?”
“Spaghetti borrognese”

Forse meglio finirla qui.
Come una delle sorelle di Occhi di gatto, con agile scatto, sono riuscito a varcare la soglia inviolata del piano riservato alle donne, con astuzia e perizia ed unendo sempre un poco di furbizia sono riuscito ad eludere la cameriera.
Tiè!
Bene, ora non mi resta che bussare alla porta della mia compagna di viaggio, che sicuramente sarà stata divorata dalle blatte.
Qual è il numero della sua stanza?
Cristo! Non gliel’ho chiesto.
Maledizione...(seguono parolacce e sudorazione abbondante)
Ho fatto tutto questo sbattimento per niente, ma forse Spock può aiutarmi. Sicuramente avrà scritto sul registro unto delle camere sporche il numero di stanza della Piera…non mi resta che sorridergli e fare conversazione amorevole e con qualche tecnica di seduzione infermieristica riuscirò ad ottenere…fermo lì brigante!!!!
Beccato! Le cameriere degli hotel non viaggiano mai sole.
Sono stato cacciato come un ladro, senza potermi spiegare.

“Vi prego sto cercando la mia amica”
“Man no!”
“Ho capito che – man no – ma io devo andare a Kyoto e ho già perso troppo tempo”
“Man no!”

Ore 11:00, la mia vita è finita. Kyoto sarà sicuramente offesa con me per il terribile ritardo.
Il mio hotel è completamente impacchettato, c’è un via vai di muratori.
Fanno troppo ridere. A differenza dei nostri, che si vestono con abiti vecchi e usati, quelli giapponesi hanno la divisa. I loro pantaloni sono pazzeschi, dovrebbero farli diventare di moda.
Ecco qui un esempio:

Matsuda_Tadao__Photographer

La foto è di Matsuda Tadao ©

Ormai è inutile partire, meglio rimanere qui seduto sugli scalini dell’ingresso e guardare i corvi mangiare le briciole. Ci vorrebbero dei fagiolini da sgrandare, giusto per rendere la mia vita meno misera.
Poi sento qualcuno toccarmi la spalla.
È Spock.

“Your girlfurendu”
“Chi?”
“Your girlfurendu”

Ed eccola apparire in tutto il suo splendore, circondata da una nuvola gialla e da mosche impazzite, la tanto attesa protagonista di questo post: Piera.
Non si è fatta la doccia e si è appena alzata dal letto.

“Scusami tanto Gabry, il cellulare si è spento e la sveglia non è suonata. Ora vado a cambiarmi, non mi lavo e scendo”
“Maledetta spendacciona, mi hai lasciato 3 ore in balia degli abitanti di questo hotel, che sembrano usciti da un film di Tim Burton. Ho bevuto acqua sporca, ho litigato con le cameriere e per poco non mi picchiava uno spazzino”
“Sicuro di stare bene?”

Continua domani.

Gtvb